Comandante ad Auschwitz by Rudolf Höss

Comandante ad Auschwitz by Rudolf Höss

autore:Rudolf Höss
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 8806146661
editore: Einaudi
pubblicato: 1960-07-11T16:00:00+00:00


CAPITOLO IX.

Capo servizio all'Ispettorato dei campi di concentramento Novembre 1943, maggio 1945.

Quando, su proposta di Pohl, si procedette alla suddivisione di Auschwitz73, ebbi da lui la facoltà di scegliere tra l'incarico di comandante a Sachsenhausen e quello di capo del DI74. Era già un favore straordinario da parte di Pohl permettere ad un ufficiale di scegliere la propria destinazione; ma fece anche di più, e mi lasciò ventiquattr'ore per riflettere. In effetti, si trattava soltanto di un gesto di benevolenza, una specie di ricompensa, a suo giudizio, per il compito assolto ad Auschwitz.

Al primo momento, il pensiero del distacco mi fu assai penoso, proprio perché ormai ero divenuto tutt'uno con Auschwitz, dopo tutte le difficoltà incontrate, gli incidenti, i molti e difficili compìti. Ma presto mi sentii felice di poter abbandonare tutto ciò. In ogni caso, non intendevo più avere il comando di un campo. Ne avevo abbastanza, dopo nove anni di attività nei campi in generale, e in particolare dopo tre anni e mezzo di Auschwitz. Così scelsi l'incarico di capo del DI; del resto, non c'era altro da fare. Al fronte non mi era permesso andare, il Reichsführer delle SS per ben due volte aveva recisamente respinto la mia domanda. In verità, il lavoro burocratico non mi andava affatto a genio, ma Pohl mi disse di sistemarmi pure il lavoro come meglio mi piaceva. Quando, il 1° dicembre 1943, mi insediai nel mio incarico, anche Glücks mi diede mano libera. Egli non era contento della mia scelta, che mi collocava tanto vicino a lui; tuttavia dovette acconciarsi al fatto compiuto, poiché tale era la volontà di Pohl. Quanto a me, ritenni che il mio ufficio, dacché non intendevo accettarlo come un'occupazione di comodo, dovesse essere quello di aiutare innanzi tutto il comandante, e di considerare tutti i compiti dal punto di vista del funzionamento del campo. In sostanza, decisi di comportarmi esattamente in modo opposto a quello fino allora in uso presso il DI75. Soprattutto avrei dovuto curare un continuo contatto coi campi, per poter giudicare con cognizione di causa le difficoltà e gli inconvenienti, ed essere quindi in condizione di ottenere qualcosa, facendo pressioni sulle autorità superiori. Il mio ufficio mi permetteva inoltre di rendermi conto, attraverso tutti i documenti, le disposizioni e il carteggio ivi conservati, dello sviluppo di tutti i campi, dall'epoca in cui Eicke era diventato ispettore, e di farmene un quadro preciso. Molti, infatti, erano i campi che ancora non conoscevo personalmente.

Al DI veniva protocollata tutta la corrispondenza dell'Ispettorato dei campi di concentramento coi campi stessi, a meno che si trattasse di semplici problemi di distribuzione del lavoro o sanitari o amministrativi. Ciò consentiva quindi di avere uno sguardo d'insieme su tutti i campi, ma non di più. I documenti e la corrispondenza non fornivano alcuna nozione su quanto avveniva nei campi, su come erano in realtà. A questo scopo, era necessario girare personalmente per i campi, tenendo gli occhi ben aperti. Era proprio quello che mi ripromettevo. Perciò i miei viaggi per



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